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Thursday, December 14, 2017

Object Lessons

Risultati immagini per object lessons
The Story of Material Education in 8 Chapters

Object Lessons is an essay and book series about the hidden lives of ordinary things, from dudes to engagements, notions to resiliences.

Series Editors: Ian Bogost and Christopher Schaberg

Tuesday, December 12, 2017

Un esercizio di tassonomia antropologica

Le "cose" portate dagli studenti

Le "categorie" tassonomiche

Tabella di lavoro contenente le tre "classi" tassonomiche

(NOTA: la Tabella di lavoro in Excel è scaricabile sul portale della didattica)

Wednesday, December 2, 2015

Saturday, November 21, 2015

... sulla inevitabile digitalizzazione delle cose

Ecco un articolo scritto da Eugenio Battisti per "Gran Bazar" nel 1985.

Breve e non convinto lamento 
sulla inevitabile digitalizzazione delle cose

Mi dicono che si sono già fatti esperimenti per trasmettere, via cavo, non informazioni, "ma cose"; cioè fasci di elettroni con relativo programma per ricostruire le loro aggregazioni; d'altra parte tutti questi mirabilia li abbiamo già visti ai tempi della nostra infanzia nelle illustrazioni coloratissime dei giornaletti, tipo il Cartoccino, oggi venerati, raccolti nei musei, ma forse ma, studiati come profezie Gli effetti strepitosi della vernice contro la gravità, da spalmarsi sotto le scarpe, in modo da eliminare macchine rd arai, chi li ha dimenticati? Ma quand'è che verranno messi in funzione?
Che cosa ha a che fare, tutto ciò, con le cose e le immagini? Ahimè, moltissimo. Infittì il processo di smaterializzazione, condotto dall'arte con­temporanea e su cui esiste ormai una bibliografia critica cospicua, dopo l'arte concettuale che sembrava costituirne una punta estrema, è conti­nuato al di sotto del revival figurativo e narrativo, ambiguamente librato fra simbolismo, espressionismo e fumetti, che riempie di nuovo le case di quadri da appendere in salotto. È passato in mano dei tecnici, ma si badi: tecnici pericolosi, sperimentatori di nuovi sistemi TV, che hanno portato ultimamente ai grandi panorami circolari animati da ologrammi, programmatori ad altissimo livello, che dopo aver incominciato ad eliminare le biblioteche per sostituirle con banche dati stanno ora saggiando le possibilità (ancora imprevedibili) connesse con la digitalizzazione delle immagini e delle strutture pluridimensionali; ragazzi che si sono abituati a giocare di fronte ad uno scherano, invece clic con giocattoli meccanici o di plastica. II prossimo passo sarà inevitabilmente una serie di macchine utensili invisibili che agiranno tramite forze di cui sarà ne­gata del tutto all'uomo la percezione, e di cui vedremo solo gli effetti. Macchine che sostituiranno, anche nella mitologia collettiva, gli angioli. Molto presto, anche, scomparirà del tutto il rumore, appena si produrranno a basso costo gli apparecchi già usati per le grandi macchine e che lo annullano mediante interferenze di onde sonore. L'elettricità, dominando rotta da sola, ricavata dal sole o anche solo da un lieve barlume, diventerà di nuovo, come ai suoi inizi, pura magia.
Essendo questo il contesto delle prossime settimane, la giustapposizione dei termini: cose e immagini, non può essere musa, a mio parere, né come antitesi, né come coppia parallela ma conte compiuta identità: l'immagine sarà la cosa e la sostituirà: non ci saranno più attori, ma il loro doppio olografico e televisivo, inesistente e convincente, costruito con lavoro snervante mediano rotazioni avanti e indietro di un videodisco, ricavato da filmati che ritraggono un uomo o una donna in tutti i loro atteggiamenti possibili. E questo repertorio sari montato a volontà, ricavandolo da una banca dati nel momento della perfomance, che ovviamente sarà programmata mediante una tastiera o  più semplicemente mediante un co­mando ad alta voce. Non avremo in questa forma Carmelo Bene, ma il suo successore generazionale. Per assurdo, sulla base degli esperimenti già condotti dal MIT, in cale modo saranno programmati anche i grandi incontri politici fra oriente ed occidente, E non c'è speranza che ciò non accada. Lo si è visto, senza che si potesse resistere, durante le grandi consultazioni elettorali, i cui risultati non sono stati più consegnati alla storia dai voti, ma dai pollls. Si è giunto al punto di celebrare l'elezione d'un presidente americano prima che gli elettori andassero a votare nella parte ovest del paese; e gli errori sono talmente minimi da rendere inutili gli spogli delle schede, anzi viene il sospet­to addirittura che proprio per le incongruenze con le previsioni si siano potuto scoprire in qualche caso brogli elettorali, mentre questi avvenivano. La stessa nostra biografia umana e sociale è ridotta ad una serie di numeri: ricavabili dalle carte di credito, dalle cartelle delle tasse, dalle statistiche dei consumi, dalle previsioni compiute fin dall'inizio del nostro ciclo lavorativo sulla nostra presumi­bile data di morte dalle società di assicurazione. II corpo, di cui si sa a menadito capacita di resistenza e performance, usi e bisogni, specialmente superflui ed indotti, è anch'esso ridotto a indici digitalizzab­ili: si canta e ci si allena controllandosi su dei monitors, e tutta l'ultima storia è scritta su supporti smaterializzati, come il videotape, la registrazione su nastro, quando addirittura non si consuma e si annulla in una telefonata. Poveracci gli archivisti del futuro, a ricostruire tracce magnetiche vaghe, piene di rumori di fondo o di silenzi. Ed il mondo esterno che frequentiamo, anch'esso è pura immagine giacché lo conosciamo o lo memorizziamo non sulla base della fatica fisica per dominarlo, ma attraverso diapositive, documentari televisivi, libri a colori, depliants turistici. In realtà noi ne deleghiamo sempre di più la conoscenza ad occhi artifi­ciali e meccanici, che ci portano in foreste inesistenti, in quanto solo parzialmente con­servate o del tutto rifatte, in architetture e città arbitrariamente restaurate sulla base delle mode correnti, per costruire là dove lo si desidera un passato istantaneo, in pseudo società primitive dai comportamenti censurati in modo da rendere irrico­noscibili le motivazioni ed emozioni di base. Certo è qualcosa di più complesso, anche se naif, della nostra socialità svolta solo più via cavo, e prossimamente codificata in linguaggio Ascii. Il bisticcio domestico, il delitto sentimentale, l'aggressione senza ragione, come la bora ed il ciclone (ingredienti che abbiamo subito assimilato esteticamente, cioè di nuovo a livello di immagine introducendoli in mille film del terrore), l'incidente di macchina o la morte per cancro (su cui le cronache cercano di sorvolare), sono gli ultimi tizzi di protesta di una natura che soleva essere sublime, indomabile, divina annichilando l'orgoglio dell'uomo. Sono ora topoi da schedare, se rivestono un certo grado di eccezionalità, nell'archivio fotografico di una grande agenzia di stampa. Così, c'è un'ultima parentesi lasciata ancora indenne ma fruita ahimè senza più senso di rischio, di gioia liberatoria, d'imbarazzo dopo: nonostante cosmetici, deodoranti, pomate o pillole antifecondative l'amore resta una cosa: sporca, umida, sudata, come ha da essere. Fino a quando?
Testo battuto con personal computer Epson X8; stampante Epson FX 80; programma: Word star; inviatoci dall'autore i1 21-3-1985.
“Gran Bazar” giugno-luglio 1985.

                      

Tuesday, November 17, 2015

Una lezione di Alfredo Zanellato

In occasione della pubblicazione del libro Vignale (Edizioni Il Cammello, Torino) l'ingegner Alfredo Zanellato Vignale ha illustrato la sua attività di ingegnere e designer, a partire dalle sue prime esperienze nella Carrozzeria Vignale, sino alle sue ultime creazioni e progetti.

L'ing. Alfredo Zanellato e l'arch. Alessandro Sannia (Ed. il Cammello)



Un brevetto di A. Zanellato: riduttore a intermittenza per cartelloni pubblicitari

Wednesday, November 4, 2015

Effetti personali

Un saggio di Steven Connor: Vite curiose di oggetti quotidiani.


Indice:

  1. Borse
  2. Pile
  3. Bottoni
  4. Carte
  5. Pettini
  6. Occhiali
  7. Fazzoletti
  8. Chiavi
  9. Nodi
  10. Giornali
  11. Pillole
  12. Spilli
  13. Pipe
  14. Spine
  15. Elastici
  16. Nastro adesivo
  17. Caramelle
  18. Fili
INteressante e assai utile è l'indice dei Nomi: da E.A.Abbott  allo Yogi Ramacharaka passando per Ruggero Bacone, Ingmar Bergman, Napoleone Bonaparte, Lewis Carroll, Erasmo da Rotterdam, James Joyce, e moltissimi altri. Questa la copertina dell'edizione inglese (2011)

Monday, October 26, 2015

La storia del mondo in 100 oggetti


Un saggio del curatore del British Museum, Neil MacGregor.


Cose e industrial design

Things & Industrial Design


Noi produciamo la macchina; la macchina ci opprime con una realtà inumana e può renderci sgradevole il rapporto con essa, il rapporto che abbiamo col mondo grazie ad essa. L'industrial design sembra risolvere il problema: fonde bellezza e utilità e ci restituisce una macchina umanizzata, a misura d'uomo. Un frullino, un coltello, una macchina da scrivere che esprime le sue possibilità d'uso in una serie di rapporti gradevoli, che invita la mano a toccarla, accarezzarla, usarla; ecco una soluzione. L'uomo si integra armoniosamente alla propria funzione e allo strumento che la permette. Ma di fronte a questa soluzione ottimistica insorge la coscienza avvertita del moralista e del critico del costume la realtà industriale maschera l'oppressione che esercita su di noi e ci invita a smemorare camuffando le nostre rese alla macchina che ci agisce, facendoci avvertire come gradevole un rapporto che invece ci diminuisce e ci rende schiavi. Cerchiamo dunque una soluzione. Per ricordare ai miei simili che manovrando la macchina da scrivere compiono un lavoro che non apparterrà loro e che pertanto li renderà schiavi, dovrò dunque costruire macchine malagevoli e spigolose, repellenti all'uso, ca­paci di provvedere a chi le manovra una sofferenza sa­lutare? L'idea è quasi morbosa, è il sogno di un pazzo, non c'è dubbio. Immaginiamoci che questi oggetti siano manovrati da persone che ormai lavorano non più per una potenza estranea, ma per se stessi e per il profitto comune. E’ ragionevole allora che gli oggetti esprimano una armonica integrazione tra forma e funzione? Nep­pure. A questo punto queste persone sarebbero fatal­mente trascinate a lavorare ipnoticamente, non tanto tesi al profitto comune quanto arresi immediatamente alla potenza fascinatrice dell'oggetto, a quella sua attrattiva per cui ci si sente invitati a smemorare, esercitando la funzione, nello strumento in cui la funzione si integra così facilmente. L'ultimo modello di carrozzeria di au­tomobile costituisce oggi una immagine mitica capace di divergere ogni nostra energia morale e farci perdere nella soddisfazione di un possesso che è un Ersatz; ma progettiamo una società collettivistica e pianificata in cui si lavori per provvedere ogni cittadino di una carroz­zeria nuovo modello, e la soluzione finale sarà ancora la medesima, l'acquiescenza nella contemplazione-uso di una forma che, integrando la nostra esperienza di impiego, diverge e acqueta tutte le nostre energie, scon­sigliandoci la tensione verso mete successive.
Badiamo bene: tutto questo è alienazione, ma lo è ineliminabilmente. Certo il sogno di una società più umana è il sogno di una società in cui tutti lavorino di comune accordo per avere più medicine, più libri e più automobili ultimo modello; ma che in ogni so­cietà tutto questo sia avvertito come alienante, comun­que, irrimediabilmente, lo provano le esperienze parallele dei beatniks della west toast e dei poeti che protestano in termini individualistici e crepuscolari sulla piazza Majakovskij.

Umberto Eco, Opera aperta, Milano : Bompiani, 1981, pp. 244-245.

Nota: si legga il saggio  di Giovanni Cutolo, Design, mercato e consumo.

Thursday, October 15, 2015

Technology Takes Home # 1

Ecco una proposta di mostra da realizzare nei corridoi del Politecnico. Si accettano suggerimenti e soprattutto "Cose in prestito". A lezione maggiori dettagli.

Technology takes home
(a century of innovations)

Una mostra al Politecnico di Torino

1) Nell’ingresso / In the entrance
a) Contatore della luce
b) Salvavita
c) Centralina di allarme
d) Lampadina
e) Tubo al Neon
f) Luce Led
g) Lucidatrice
h) Aspirapolvere
i) Robot Rumba

2) In cucina / In the kitchen
a) Forno a microonde
i) Magnetron
b) Pentola a pressione
c) Tostapane
d) Bollitore
e) Frullino
f) Macinacaffé
g) Contaminuti
h) Lavastoviglie
i) Coltello elettrico
j) Gelatiera
k) Robot da cucina
l) Ferro da stiro
m) Macchina da cucire

3) In bagno / in the bathroom
a) Asciugacapelli
b) Rasoio elettrico
c) Stufetta elettrica
d) Arricciacapelli
e) Spazzolino elettrico
f) Rubinetteria
g) Lavatrice

4) In soggiorno/studio / In the living room/studio
a) Lampada a stelo
b) Lampada da tavolo
c) Televisore
d) Videoregistratore
e) Radio
i) Valvole termoioniche
ii) Transistor
f) Giradischi e mangiadischi
i) Lacca 78 giri
ii) Vinile 45 giri
iii) Vinile 33 giri
g) Registratore a nastro e a cassetta
i) Bobina nastro magnetico
ii) Musicassetta
h) Macchina Polaroid
i) Macchina da scrivere
j) Trenino elettrico

5) In camera da letto / In the bedroom
a) Telefono
b) Radiosveglia
c) Personal computer
d) Lettore CD
e) Videogame
f) Lettore MP3
g) I-pod
h) Ventilatore
6) In cantina e in giardino / In the basement and in the yard
a) Trapano elettrico
b) Saldatore
c) Tagliasiepi
d) Centralina irrigatore
e) Automobilina telecomandata

7) Sullo schermo / on the screen
a) The Home Electrical (General Electric 1915)
b) The ElecrticHouse (Buster Keaton 1922)
c) Carosello Linea (Lagostina)
d) Carosello Naonis (Zanussi)
e) Carosello Papalla (Philco)

8) Negli scaffali / on the shelf
a) Cataloghi
b) Manuali Hoepli
c) MechanizationTakes Command (S. Giedion, 1948) 
d) Le cose di casa (V. Marchis, Torino 2014)
e) La macchina da cucire (V.Marchis, Roma : Rai-Eri, 2013)

Tuesday, October 13, 2015

L'orologio: una cosa, uno strumento e un simbolo

La storia della misura del tempo si inizia con l'osservazione del ciclo del sole, della luna e delle stelle.


Ombre, gnomoni e meridiane
Clessidre e vasi comunicanti
Svegliarini monastici e orologi da torre
L'orologio a pendolo (Galilei e Huygens)
L'orologio a molla
L'orologio ornamentale e gli androidi (Droz, Vaucanson, Berthoud)
L'orologio astronomico (Harrison)
L'orologio elettrico
L'orologio elettronico e il clock del computer
L'orologio atomico

L'orologio è il protagonista della Rivoluzione industriale

Thursday, October 8, 2015

Internet of Things - IoT - Internet delle Cose






... ma non dimentichiamo che le cose sono fatte di materia, pesante, ingombrante, che consuma energia e che soprattutto invecchia e prima o poi muore.


Wednesday, September 16, 2015

01. Prima lezione del nuovo corso - a.acc. 2015-16

La cosa e le cose


Nei dizionari

ITALIANO: Cosa, oggetto, coso, arnese, roba, bene

FRANCESE: Chose, bidule, engin, machin, objet, patente, truc, trucmuche

SPAGNOLO: Cosa, objeto, cuerpo, entidad, elemento

INGLESE: Thing, anything, concept, concern, element, everything, item, material, matter, object, part, phenomenon, piece, point, situation, stuff, apparatus, article, being, body, commodity, configuration, contrivance, corporeality, creature, device, entity, existence, figure, form, gadget, goods, implement, instrument, machine, materiality, means, mechanism, portion, shape, substance, tool, existent

TEDESCO: Gegenstand, Sache, Ding, Gebilde, Objekt, Zeug, Körper, Artikel, Etwa

CINESE: 东西 (dong xi, letteralmente "Oriente Occidente")


Libri da leggere:

Michel Foucault, Les mots et les choses, Paris, 1966
Michel Foucault, Le parole e le cose , Milano : Rizzoli, 1967.
Giuliano Toraldo di Francia, Le cose e i loro nomi, Roma-Bari : Laterza, 1986.
Vittorio Marchis, Storie di cose semplici, Milano : Springer, 1988.
Georges Perec, Les choses, Paris : Julliard,1965
Georges Perec, Le cose, Torino : Einaudi, 2014.