"L’esperienza di Gulliver, nell’omonimo romanzo di Jonathan Swift, fornisce al concetto di proporzione degli oggetti un parametro in piú, quello dei rapporti sociali. Nella terra dei lillipuziani, la dimensioni degli oggetti in possesso di Gulliver, inventariati dai funzionari reali, appaiono quasi incomprensibili.
Dal taschino destro pendeva una pesante catena d’argento con appesa una macchina straordinaria. Gli facemmo cenno di estrarre quel che stava attaccato al capo della catena: si trattava di un globo per metà di argento e per metà di un metallo trasparente attraverso il quale si potevano vedere strane figure disposte in cerchio. Pensavamo di poterle toccare, ma le nostre dita non andavano oltre quella materia traslucida. Ci mise agli orecchi quella macchina che faceva un rumore incessante, come quella di un mulino.
Ora ci si chiede se quella "macchina" fosse un engine o una machine. Basta guardare il testo originale e così ogni dubbio svanisce e - come doveva essere - quella descritta dalla fantasia di Jonathan Swift è un ingenium.
Out of the right fob hung a great silver chain, with a wonderful kind of engine at the bottom. We directed him to draw out whatever was at the end of that chain; which appeared to be a globe, half silver, and half of some transparent metal; for, on the transparent side, we saw certain strange figures circularly drawn, and thought we could touch them, till we found our fingers stopped by the lucid substance. He put this engine into our ears, which made an incessant noise, like that of a water- mill [...] (Jonathan Swift, Gulliver's Travels, ch. II)
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