Saturday, October 14, 2017

L'evoluzione delle macchine (e delle cose)

« What would happen if technology continued to evolve so much more rapidly than the animal and vegetable kingdoms? Would it displace us in the supremacy of earth? Just as the vegetable kingdom was slowly developed from the mineral, and as in like manner the animal supervened upon the vegetable, so now in these last few ages an entirely new kingdom has sprung up, of which we as yet have only seen what will one day be considered the antediluvian prototype of the race... We are daily giving machines greater power and supplying by all sorts of ingenious contrivances that self-regulating, self-acting power which will be to them what intellect has been to the human race. »

« Cosa succederebbe se la tecnologia continuasse ad evolversi così tanto più rapidamente dei regni animale e vegetale? Ci sostituirebbe nella supremazia del pianeta? Così come il regno vegetale si è lentamente sviluppato dal minerale, e a sua volta il regno animale è succeduto a quello vegetale, allo stesso modo in questi ultimi tempi un regno completamente nuovo è sorto, del quale abbiamo visto, fino ad ora, solo ciò che un giorno sarà considerato il prototipo antidiluviano di una nuova razza... Stiamo affidando alle macchine, giorno dopo giorno, sempre più potere, e fornendo loro, attraverso i più disparati ed ingegnosi meccanismi, quelle capacità di auto-regolazione e di autonomia d'azione che costituirà per loro ciò che l'intelletto è stato per il genere umano »

Così scriveva Samuel Butler in Erewhon nel 1863, quattro anni prima che Charles Darwin pubblicasse L’origine della specie.

Questo l’exergo del secondo capitolo del saggio di George B. Dyson, L’evoluzione delle macchine. Da Darwin all’intelligenza globale  (Milano : Cortina, 2000).

Dal passo di Butler, Frank Herbert prese spunto per la rivolta contro le macchine dotate di intelligenza artificiale (la Jihad Butleriana) più volte citata nella saga fantascientifica Dune.


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