Saturday, November 30, 2019

Wednesday, November 27, 2019

AVVISO

Si comunica che il giorno giovedì 28 novembre prossimo 
il docente non terrà la lezione. 

Lunedì prossimo, 2 dicembre, 
le lezioni si svolgeranno regolarmente.

Monday, November 25, 2019

Comunicare per immagini

Nel mondo antico, in presenza di un forte analfabetismo, le narrazioni avvengono solo in forma visuale e pittorica. Esempi emblematici sono la biblia pauperum, e le decorazioni musive di cui il pavimento della cattedrale di Trani è caso esemplare.
Risultati immagini per trani cattedrale mosaico

Per pochi privilegiati i manoscritti miniati diventano esempio di scritture corredate da ricchi apparati iconografici come per esempio i Libri d'Ore.

Con l'avvento della stampa a caratteri mobili la comunicazione si fa più letterale per ché più semplice ed economica da trasmettere. Ma la dimensione iconografica resta pur sempre negli emblemi di tipografi ed editori, fino a quando anche i libri e in particolare quelli che appartengono al genere dei "teatri" non si arricchiscono di tavole.
Risultati immagini per manuzio

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Da qui nasce tutta la letteratura degli "emblemi", progenitrice dei contemporanei marchi di fabbrica

Sunday, November 24, 2019

Step #24 - La cosa nel Cinema

Indicare una pellicola cinematografica in cui la cosa compaia nel titolo oppure in una scena. Se possibile inserire il link al sito del film, alla clip, alle immagini di pertinenza. Il film deve essere indicato con il titolo originale, il nome del regista e l'anno di produzione. Sono ammessi anche i serial televisivi.

Step #23 - La cosa nella Letteratura

Indicare alcuni passi letterari (sono ammesse anche poesie, poemi e brani teatrali) in cui la cosa sia presente in primo piano. Le citazioni devono essere documentate da un esatto riferimento bibliografico

Step #22 - La cosa nei Fumetti

Inserire in un nuovo post alcune vignette di un fumetto in cui sia evidente la presenza della cosa. Non sono ammesse le copertine né le immagini di vignette satiriche. Per avere indizi (ma solo indizi) si guardi il portale http://www.coverbrowser.com/

Monday, November 18, 2019

Dall'analogico al digitale

Il mondo antico (fino alla rivoluzione scientifica) viaggia con la geometria, che si fonda sui Principia di Euclide. Tutto gravita intorno alla similitudine e il modello è modello in scala. Fino a quando Galilei evidenzia il fatto che la natura non è lineare e lo presenta con l'apologo dell'osso del gigante, presentato in Discorsi e dimostrazioni matematiche (1638).

Step #21 - La cosa nella Musica

La musica ci accompagna in ogni momento, e di essa non è alieno nemmeno il mondo del commercio. Indicare almeno un brano musicale in cui la cosa emerga come protagonista. Basta un link a YouTube, ma sarebbe anche necessario che fosse riportato il testo (cercare con la parola chiave "lyrics").

Step #20 - I brevetti della cosa

Ricercare nei vari siti dei brevetti alcuni brevetti che possano essere messi in relazione con la cosa, con le tecnologie di produzione, con il packaging e con quant'altro ad essa si riferisca. Per ogni brevetto deve essere chiaramente indicato l'oggetto, l'inventore l'anno di pubblicazione enaturalmente il numero di riferimento istituzionale.

I brevetti e l'innovazione



Per sviluppare una ricerca intorno ai brevetti lo strumento migliore è fare riferimento al portale internet Google Patents. La ricerca libera fa riferimento ai testi digitalizzati dove andando a cliccare sulla tendina "strumenti" si può scegliere sia  l'ordine della ricerca, sia la tipologia del brevetto sia il paese di riferimento. Si consiglia di iniziare consultando il PAtent Office degli Stati Uniti d'America.. Andando a cliccare invece la pagina della ricerca avanzata si riesce a meglio finalizzare l'indagine.





I nomi delle cose

Storie di parole e di cose
Risultati immagini per croissant
Cornetto (è scorretto chiamarlo Brioche)

Si chiama anche Croissant (in francese, che vuol dire "mezzaluna, luna crescente")
E Croissant si traduce in inglese Crescent (che significa "di forma a mezzaluna")

Wednesday, November 13, 2019

Step #19 - La cosa nell'Arte

Individuare alcune opere pittoriche o scultoree che rappresentino la cosa, anche solo in un particolare (che sia però significativo e che in qualche modo giustifichi il titolo). Ogni opera deve essere identificata con l'Autore, il titolo, l'anno di realizzazione e il luogo dove è conservata.

Tuesday, November 12, 2019

Step #18 - In cucina

Cercare qualche affinità della cosa con nel mondo della alimentazione e della culinaria e impostare un post con riferimenti e immagini. si veda anche quanto fatto dagli studenti in un anno passato (l'IperBlog del 2014)

Step #17 - La nuvola dei nomi

Per meglio orientare la ricerca intorno alla cosa definire una "nuvola" di nomi che servano a proiettare la cosa nei vari ambiti di indagine (nomi e sinonimi, concetti, parti, ecc.)

Thursday, November 7, 2019

I paradigmi del fare

Nel mondo artigianale
TAILOR MADE
(fatto su misura)

Nel mondo della tecnica industriale
OFF THE SHELF
(a scaffale, a catalogo)

Il size (la misura standardizzata di un capo di abbigliamento) è invenzione della sartoria militare

Indici, alberi, cataloghi...

Quando nel XVIII secolo Carl Linné mise mano al suo Systema Naturae aveva ben chiaro che le scienze naturali, per entrare a pieno diritto nella “nuova scienza”, avevano bisogno di fare chiarezza al proprio interno. Esse avevano bisogno di una struttura in grado di distinguere philum, genus, species. Il poter distinguere le relazioni strutturali tra gli appartenenti a una famiglia e la loro organizzazione gerarchica stava diventando l’elemento chiave della osservazione e della classificazione dei tre “regni” e soprattutto (inconsciamente) stava ponendo le basi a quanto avrebbe sviluppato nel secolo successivo Charles Darwin con la sua “teoria” dell’evoluzione.

Ma prima ancora di questi sviluppi, assolutamente impensabili al tempo di Linné, - e si prenda questa parentesi solo a titolo di esempio paradigmatico - si sentiva l’esigenza di stabilire, per esempio, se il corallo fosse una specie animale o vegetale, quando alcuni addirittura potevano pensare che fosse di origine minerale. Fu un italiano, Vitaliano Donati, a porre fine alla questione con un  suo saggio scientifico intitolato Della storia naturale marina dell’Adriatico che, dopo essere stato pubblicato in italiano (Venezia, appresso Francesco Storti, 1750) ebbe traduzioni in inglese (“Phil. Trans.”, XLVII, London, 1753), in tedesco (Halle, 1753) e in francese (La Haye, 1758). Ma non è il caso qui di aprire un capitolo che altri molto più qualificati hanno già diffusamente e puntualmente approfondito (Giulio BarsantiUna lunga pazienza cieca, Torino, Einaudi, 2005).
Gli sforzi di classificare la “natura” avevano origini assai antiche e sono state ampiamente descritte da un altro saggio del già citato Barsanti (La Scalala Mappa, l’Albero, Firenze : Sansoni, 1992) e alle metodiche analizzate si farà riferimento nelle brevi note che seguono.
Può invece essere utile soffermarsi sul termine “storia” che ricorre anche nel titolo del citato saggio del Donati. Le ragioni di una “storia” naturale si devono trovare nell’opera di Francesco Bacone che all’inizio del secolo XVII impostò un’opera monumentale di descrizione del mondo more historico, includendo in essa non solo ciò che era “naturale” ma anche quanto era “artificiale” ossia fatto ad arte, per mezzo della tecnica.
Se nella meccanica una struttura “elementare” (ossia “per elementi”) cercava di spiegare la organizzazione degli ingegnia attraverso la loro scomposizione nelle “macchine semplici”, nel mondo antico la organizzazione sistematica del sapere può solo essere derivata dai pochi trattati che ci sono giunti. Il De Architectura di Marco Vitruvio Pollione è organizzato in dieci libri:
  
Libro 1: Introduzione all'architet-tura. La scelta dei luoghi. Gli elementi della geometria.
Libro 2: La storia e la filosofia del costruire. Gli elementi del costruire: mattoni, pietre, sabbia, calce, poz-zolana. i legnami. La costruzione dei muri.
Libro 3: Gli ordini architettonici e i canoni del costruire. Le fondazioni e le colonne.
Libro 4: I templi.
Libro 5: Gli edifici pubblici: il foro, i teatri, la basilica. Elementi di armonia musicale. Acustica architettonica.
Libro 6: Geografia ambientale. Le misure degli edifici.
Libro 7: I terrazzi, i muri, gli intonaci. Tecnica e preparazione dei colori.
Libro 8: l'idraulica: reperimento delle risorse e conduzione delle acque.
Libro 9: La misura del territorio. Nozioni di geometria. La misura del tempo e nozioni di Astronomia
Libro 10: La macchina. Le macchine da cantiere. Le macchine idrauliche. Le macchine da guerra. L'organo musicale.

e questa suddivisione permette di individuare una prima mappa delle discipline e degli ambiti che competono all’ingegnarius o architectus, due professioni che ancora si confonderanno per molti secoli. Ma alle discipline si mescolano le tipologie dei “prodotti” di una tecnica significativamente indirizzata alle costruzioni edili. Purtroppo manca una completa descrizione dell’opera di Varrone, prolifico trattatista.
Nel Medioevo i trattati e le enciclopedie descrivono un mondo “naturale” dove gli artefatti  
Il manuale popolare Didascalicon de studio legendi di Ugo di San Vittore, pur basandosi sulla ripartizione delle artes secondo la classificazione della scienza di Aristotele e Boezio, la amplia e contempla le nuove “arti meccaniche”, “bastarde” ma necessarie per sopperire alle debolezze del corpo umano. Si parla di fabbricazione di tessuti e di armi, di tecniche di navigazione, di agricoltura, di caccia, di medicina e di arti teatrali.
“Tutte le conoscenze dapprima furono nella pratica, quindi divennero tecniche” Fra le «arti meccaniche o adulterine» si leggono “lanificium, armaturam, navigationem, agricultu-ram, venationem, medicinam, theatri-cam”.
Il Catalogus historiarum particularium secundum capita (London 1620) che viene posto da Francesco Bacone (1561-1626) a seguito del Novum Organum, con impaginazione distinta, può essere assunto come struttura di un’ipotetica enciclopedia delle arti e dei mestieri: è il prototipo progettuale dell’Encyclo-pédie. Le “storie”, o meglio il loro elenco, di cui si riporta il dettaglio relativo alle sole arti, riescono a descrivere compiutamente la storia della tecnica e dell’ingegneria. Qui dopo la Storia dei corpi celesti, o storia astronomica  seguono le Storie delle grandi masse e quindi le Storie delle specie naturali. Di qui incominciano le “storie delle arti e delle industria”:

[...] 26. Storia dei metalli perfetti, dell’oro, dell’argento; e delle miniere, delle vene e delle loro marcassiti; e anche la storia del lavoro nelle miniere. [...] Seguono le storie dell’uomo. [...] 81. Storia dell’arte culinaria e delle arti sussidiarie, come del macello, dell’allevamento dei polli, ecc. 82. Storia della cottura, della panificazione e delle arti sussidiarie, come quella del mugnaio, ecc. 83. Storia del vino. 84. Storia della cantina e dei differenti tipi di bevande. 85. Storia dei dolci e delle confetture. 86. Storia del miele. 87. Storia dello zucchero. 88. Storia dei latticini. 89. Storia dei bagni e unguenti. 90. Storia miscellanea relativa alla cura del corpo; dei barbieri, profumieri, ecc. 91. Storia della lavorazione dell’oro e arti sussidiarie. 92. Storia della lana e delle arti sussidiarie. 93. Storia delle manifatture della seta e delle arti sussidiarie. 94. Storia delle manifatture del lino, della canapa, del cotone, delle setole, e di altri tipi di filo, e delle loro arti sussidiarie. 95. Storia della lavorazione delle piume. 96. Storia della tessitura, e delle arti sussidiarie. 97. Storia della tintoria. 98. Storia della conciatura, della lavorazione del cuoio, e delle arti sussidiarie. 99. Storia della lavorazione di coltrici e piume. 100. Storia della lavorazione del ferro. 101. Storia dell’estrazione e della lavorazione della pietra. 102. Storia della costruzione dei mattoni e delle tegole. 103. Storia della costruzione dei vasi. 104. Storia dei cementi e degli smalti. 105. Storia della lavorazione del legno. 106. Storia della lavorazione del piombo. 107. Storia del vetro e di tutte le sostanze vetrose e della lavorazione del vetro. 108. Storia dell’architettura in generale. 109. Storia della costruzione di carri, carrozze, lettighe, ecc. 110. Storia dell’arte tipografica, dei libri, della scrittura, dei sigilli; dell’inchiostro, della penna, della carta, delle membrane, ecc. 111. Storia della cera. 112. Storia dei lavori di vimini. 113. Storia dei lavori di stuoie e delle manifatture di paglia, di giunco e simili. 114. Storia della lavanderia e delle pulizie, ecc. 115. Storia dell’agricoltura, della pastorizia, della coltura dei boschi, ecc. 116. Storia dell’orticoltura. 117. Storia della pesca. 118. Storia della caccia e dell’uccellagione. 119. Storia dell’arte della guerra, e delle arti sussidiarie, come la costruzione di armi, di archi, frecce, archibugi, cannoni, baliste, macchine, ecc. 120. Storia dell’arte della navigazione, e dei mestieri e delle arti sussidiarie. 121. Storia dell’atletica e degli esercizi umani in genere. 122. Storia dell’arte del cavalcare. 123. Storia dei giochi di ogni tipo. 124. Storia dei prestigiatori e dei saltimbanchi. 125. Storia miscellanea di diversi materiali artificiali; come lo smalto, la porcellana, vari cementi, ecc. 126. Storia dei sali. 127. Storia miscellanea di diverse macchine e moti. 128. Storia miscellanea degli esperimenti comuni, che non si sono costituiti in arte. Si devono scrivere anche le storie delle matematiche pure, per quanto esse siano piuttosto osservazioni che esperimenti. 129. Storia delle nature e dei poteri dei numeri. 130. Storia delle nature e dei poteri delle figure. (F. Bacone, Opere, a cura di P. Rossi, Torino, Utet, 1975, pp. 815 sgg.)

Ma queste storie mancano di una struttura gerarchica e sembra solo che il loro autore abbia avuto la preoccupazione di non dimenticare nulla. Delle «storie» baconiane, furono progettate tra il 1622 e il 1623 l’Historia ventorum, l’Historia gravis et levis, l’Historia sympathiae et antipathiae rerum, l’Historia sulphuris, mercurii et salis, l’Historia vitae et mortis, l’Historia densi et rari, ma solamente le ultime due furono portate a compimento e pubblicate postume nel 1658.
  
Intanto l’ingegneria, promossa presso il grande pubblico dai teatri di macchine, continuava a suddividersi in ingegneria “civile” e “militare”, lasciando la prima ampio spazio a una scienza che sempre più andava delineandosi nella sua autonomia: l’Idraulica, di cui lo scienziato e amico di Galilei, il padre Benedetto Castelli, fu uno dei pionieri.
Per tutto il XVII secolo sembra quasi che la preoccupazione di dare ordine nella tecnica, che già stava subendo importanti processi innovativi, non risultasse primaria. Bisogna pertanto aspettare il “secolo dei lumi” e soprattutto le nuove esigenze dei corpi tecnici militari per far nascere una “sistematica” del sapere tecnico.
La nuova situazione venutasi a creare nel Ducato sabaudo dopo la vittoria sui Francesi (1706) impose una organizzazione generale delle strutture dello Stato, per avviare una "ricostruzione" organica ed efficiente. In questi piani non doveva, né di fatto lo fu, essere trascurato l'Esercito e soprattutto i suoi corpi tecnici. Nella dinamica della ricostruzione, il re Vittorio Amedeo II diramò in data 23 marzo 1726 un Regio Viglietto sulle norme di "construzione de' novi Inventarij dell'Artiglieria". L'esigenza di "far denominare propriamente e categoricamente tutte le rispettive Robbe et Utigli" dell'Artiglieria è sintomo di una nuova mentalità aperta a concetti innovativi di efficienza e funzionalità. A seguito di un nuovo Viglietto emanato da Carlo Emanuele III, in data 24 marzo 1731 si rinnovò la prescrizione di eseguire un nuovo inventario delle "Robbe d'Artiglieria". Il 18 aprile dello stesso anno il Commendator D'Embser fu "caricato di far eseguire il contenuto dei controscritti tre capi" e cioè di redigere: un "novo Vocabolario [...] sovra tutte le categorie" concernenti l'Artiglieria. Con rapidità incredibile, in meno di due anni furono redatti due documenti. Il primo è il Dizzionario Istruttivo di tutte le Robbe appartenenti all'Artiglieria, il secondo documento è invece una raccolta di Dissegni d'ogni sorta de Cannoni et Mortari con tutte le pezze, stromenti et utigli appartenenti all'Artiglieria come anco le piante, alzate et profili di tutte le machine, edifizy, et ordegni necessary per la medema, l'anno 1732". Se pure solo limitatamente all’ingegneria militare, il Dizzionario resta un “catalogo ragionato” di grandissimo interesse per l’organizzazione dell’ingegneria militare dell’epoca.
  
D’altro canto, se la Cyclopedia or, An Universal Dictionary of Arts and Sciences (London, 1728) di Ephraim Chambers ancora risente di un enciclopedismo medievale, seppure fortemente già polarizzato sulle scienze e le tecniche, è l’Encyclopédie (Paris, 1751) di Didertot e D’Alembert a mettere un po’ d’ordine nelle tassonomie. Nel Tableau raisonnée des connaissances humaines, che introduce il primo volume la conoscenza umana è suddivisa in tre settori: Memoire, Raison, Imagination: la classificazione di “arts, métiers, et manufactures” prevede che le tecniche siano classificate all’interno della mémoire, e più precisamente nell’ambito dell’histoire naturelle, secondo un’enumerazione semplice e priva di organicità.
Charles Dupin, nei suoi corsi al Conservatoire, ha classificato le diverse arti e mestieri secondo i bisogni dell’uomo, alla luce della nuova organizzazione del lavoro industriale, nella maniera più conforme ai ruoli assunti nella società:

1.    la preparazione delle materie prime
2.    il nutrimento dell’uomo, compreso i medicinali
3.    i vestiti ovvero le arti vestiarie
4.    i mutamenti del globo per renderlo conforme ai nostri desideri
5.    i mobili, gli utensili, gli strumenti, e le macchine
6.    la lavorazione degli oggetti
7.    gli strumenti e le procedure usate nelle scienze e nelle belle arti.

Sono le prime industrie e soprattutto le “esposizioni di arti e manifatture” a far nascere l’esigenza di rimettere in ordine un settore che stava entrando in una fase di grande complessità.
Il 1862 è l’anno della International Exhibition di Londra, la medesima in cui il senatore De Vincenzi raccolse materiali per il nucleo originario per il Museo Industriale Italiano. L’universo della società tecnologica è organizzato, dopo gli innumerevoli tentativi che ancora oggi leggiamo nei verbali delle Commissioni, nei cataloghi delle Mostre, negli elenchi dei Premi – in 36 categorie, che invece sono la fotografia della società (inglese) di quell’anno 1862:

1. Cave, miniere, metallurgia e prodotti minerali
2. Sostanze e prodotti chimici e farmaceutici
3. Sostanze usate come alimentari
4. Sostanze vegetali e animali utilizzate nelle manifatture
5. Ferrovie, incluse locomotive e vagoni
6. Mezzi di trasporto non appartenenti a sistemi ferroviari e tramviari
7. Macchine per le manifatture e utensili
8. Macchine in generale
9. Macchine agricole e accessori
10. Ingegneria civile, architettura e costruzioni
11. Ingegneria militare, armi e accessori, armi portatili
12. Architettura e costruzioni navali
13. Strumenti scientifici e processi dipendenti dal loro uso
14. Apparecchi fotografici e fotografia
15. Orologeria
16. Strumenti musicali
17. Strumenti chirurgici e loro applicazioni
18. Cotone
19. Lino e canapa
20. Seta e velluti
21. Lana e fibre animali
22. Tappeti
23. Tessuti, filati, feltri come campioni di tintura e di stampa
24. Tappezzerie, pizzi e passamaneria
25. Pelli, pellicce, piume e capelli
26. Cuoio, compresi finimenti e selleria
27. Abbigliamento
28. Carta, oggetti di cartoleria, stampa e legatura
29. Prodotti educativi
30. Arredamento, carta da parati e decorazioni
31. Ferro e oggetti metallici
32. Coltelleria
33. Oggetti in metalli preziosi e loro imitazioni; gioielleria
34. Oggetti in vetro decorativi e per la casa
35. Ceramiche
36. Articoli da toelette e da viaggio; articoli vari.

E’ però inevitabile che le classificazioni “industriali” e “mer-ceologiche” seguano le mode e stentino a radicarsi all’interno di saperi codificati nelle “scuole” e destinate alla trasmissione del sapere tecnico sulla base di un contesto culturale che ha bisogno di riferimenti più stabili e duraturi, come li richiede la nuova “cultura politecnica”.
La storia dell’ingegneria, si sviluppa però non solo intorno all’innovazione industriale, ma trova nelle istituzioni, negli “istituti tecnici superiori”, nei “politecinici” lo spazio naturale per un consolidamento di nuove suddivisioni disciplinari.
I vari corsi di laurea, sorti negli atenei italiani, e in specie nelle facoltà di ingegneria, nella seconda metà del XX secolo hanno portato oggi a una proliferazione delle “ingegnerie” il cui catalogo, al di là di varianti minimali, può essere sintetizzato come segue:

Ingegneria aeronautica e spaziale
Ingegneria agroalimentare
Ingegneria ambientale
Ingegneria biomedica
Ingegneria chimica
Ingegneria civile
Ingegneria dell’automazione
Ingegneria dell’autoveicolo
Ingegneria delle telecomunicazioni
Ingegneria elettrica industriale
Ingegneria elettronica
Ingegneria energetica
Ingegneria ferroviaria
Ingegneria fisica
Ingegneria gestionale
Ingegneria idraulica
Ingegneria industriale
Ingegneria informatica
Ingegneria meccanica
Ingegneria militare
Ingegneria mineraria
Ingegneria navale
Ingegneria nucleare
Ingegneria tessile

Forse, per una disamina più organica, sarebbe più utile trovare un “ordinamento” cronologico delle varie discipline individuandone la data e il luogo di “nascita”. Così, per esempio, e sempre solo con riferimento al “caso” italiano, calato nella realtà delle “specializzazioni” universitarie, si avrebbe il seguente elenco cronologico e geografico:

Ingegneria civile (1859, Torino, Milano)
Ingegneria meccanica (1867, Torino)
Ingegneria chimica (1867, Torino)
Ingegneria metallurgica (1867, Torino)
Ingegneria industriale agricola (1867, Torino)
Ingegneria industriale (1879, Torino e Milano)
Ingegneria elettrotecnica (1886, Torino)
Ingegneria aeronautica (1913, Torino)
...
Ingegneria aerospaziale (1960, Roma)
Ingegneria gestionale (1975, Milano)

Ma anche in questo caso il legarsi troppo rigidamente alla nascita di un corso di laurea rischia di dimenticare gli “esperimenti pilota”, le esperienze pionieristiche, che spesso lasciano tracce significative nella storia della conoscenza, anche se non hanno il tempo di consolidarsi all’interno delle istituzioni. E allora, forse, potrebbe sembrare più utile il legare la tassonomia dell’ingegneria al sorgere di nuove discipline, istituzionalizzate all’interno di corsi universitari, ma la situazione appare subito caotica.
Del resto anche la stessa suddivisione dei cosiddetti “settori scientifico-disciplinari” regolati dal Decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica del 4 ottobre 2000, di cui si stralcia la parte relativa all’ingegneria, è stato recentemente posto all’esame di nuove revisioni e accorpamenti.

Area 08 - Ingegneria civile e Architettura

ICAR/01 Idraulica
ICAR/02 Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia
ICAR/03 Ingegneria sanitaria-ambientale
ICAR/04 Strade, ferrovie ed aeroporti
ICAR/05 Trasporti
ICAR/06 Topografia e cartografia
ICAR/07 Geotecnica
ICAR/08 Scienza delle costruzioni
ICAR/09 Tecnica delle costruzioni
ICAR/10 Architettura tecnica
ICAR/11 Produzione edilizia
ICAR/12 Tecnologia dell'architettura
ICAR/13 Disegno industriale
ICAR/14 composizione architettonica e urbana
ICAR/15 Architettura del paesaggio
ICAR/16 Architettura degli interni e allestimento
ICAR/17 Disegno
ICAR/18 Storia dell'architettura
ICAR/19 Restauro
ICAR/20 Tecnica e pianificazione urbanistica
ICAR/21 Urbanistica
ICAR/22 Estimo

 Area 09 - Ingegneria industriale e dell'informazione

ING-IND/01 Architettura navale
ING-IND/02 Costruzioni e impianti navali e marini
ING-IND/03 Meccanica del volo
ING-IND/04 Costruzioni e strutture aerospaziali
ING-IND/05 Impianti e sistemi aerospaziali
ING-IND/06 Fluidodinamica
ING-IND/07 propulsione aerospaziale
ING-IND/08 Macchine a fluido
ING-IND/09 sistemi per l'energia e l'ambiente
ING-IND/10 Fisica tecnica industriale
ING-IND/11 Fisica tecnica ambientale
ING-IND/12 Misure meccaniche e termiche
ING-IND/13 Meccanica applicata alle macchine
ING-IND/14 Progettazione meccanica e costruzione di macchine
ING-IND/15 Disegno e metodi dell'ingegneria industriale
ING-IND/16 Tecnologie e sistemi di lavorazione
ING-IND/1 Impianti industriali meccanici
ING-IND/18 Fisica dei reattori nucleari
ING-IND/19 Impianti nucleari
ING-IND/20 Misure e strumentazione nucleari
ING-IND/21 Metallurgia
ING-IND/22 Scienza e tecnologia dei materiali
ING-IND/23 Chimica fisica applicata
ING-IND/24 Principi di ingegneria chimica
ING-IND/25 Impianti chimici
ING-IND/26 Teoria dello sviluppo dei processi chimici
ING-IND/27 Chimica industriale e tecnologica
ING-IND/28 Ingegneria e sicurezza degli scavi
ING-IND/29 Ingegneria delle materie prime
ING-IND/30 Idrocarburi e fluidi del sottosuolo
ING-IND/31 Elettrotecnica
ING-IND/32 Convertitori, macchine e azionamenti elettrici
ING-IND/33 sistemi elettrici per l'energia
ING-IND/34 Bioingegneria industriale
ING-IND/35 Ingegneria economico-gestionale
ING-INF/01 Elettronica
ING-INF/02 Campi elettromagnetici
ING-INF/03 Telecomunicazioni
ING-INF/04 Automatica
ING-INF/05 Sistemi di elaborazione delle informazioni
ING-INF/06 Bioingegneria elettronica e informatica
ING-INF/07 Misure elettriche e elettroniche

Per concludere, di fronte a un problema che qui è solo presentato in maniera frammentaria e incompleta, per evidenziarne le criticità nella stessa sua formulazione, si ritorna a una recente “rappresentazione” dell’ingegneria apparsa in una Mostra (Ingegneri per gioco, giochi per ingegneri, Milano novembre-dicembre 2007, Torino febbraio-marzo 2008) la quale ha accorpato il “sapere” degli ingegneri in nove “categorie” che abbandonano i “settori disciplinari” per privilegiare i fondamenti epistemologici di un sapere tecnico in continua evoluzione:

Matematica e Fisica
Materiali e Processi
Costruzioni e Architetture
Meccanica e Trasporti
Energetica e Ambiente
Aeronautica e Spazio
Elettronica e Telecomunicazioni
Automazione e Robotica
Logistica e Management

E’ inevitabile che le classificazioni seguono dinamiche in continua evoluzione e non possono congelarsi in rigidi schemi, e inoltre ogni tassonomia non può considerarsi assoluta ed “esclusiva” perché gli ambiti culturali sconfinano gli uni negli altri e proprio da queste contaminazioni nascono e nasceranno le discipline future.
Una tassonomia dell’ingegneria, in assoluto, non è quindi possibile e ogni classificazione rischia di cadere sotto questo o quel riduzionismo, ma ciò nonostante una storia tassonomica dell’ingegneria di certo aiuterà a comprendere l’evoluzione di un corpus disciplinare intorno a cui ancora si è fatto poco per fare luce sui suoi fondamenti epistemologici. Ma soltanto con questa visione tassonomica sarà possibile incominciare a organizzare una completa “storia dell’ingegneria”.

Pensare/classificare è il titolo di un curioso saggio di Georges Perec (Milano, Rizzoli, 1989) dove sono puntualizzate le domande cardine intorno a ogni classificazione, perché “pensare è classificare”.
“Che cosa significa la barra di separazione tra il pensare e il clas-sificare? Che cosa mi si domanda, alla fine? Se penso prima di clas-sificare? Se classifico prima di pen-sare? Come classifico ciò che penso? Come penso quando voglio classificare?”

E poiché ogni classificazione reca in sé una struttura gerarchica, forse varrebbe la pena rifarsi allo schema che hanno proposto Brockmann, Horton e Brock (R.J. Brockmann, W. Horton, e K. Brock, , From database to hypertext via electronic publishing: an information odyssey, in The Society of text: hypertext, hypermedia, and the social construction of information, edited by Edward Barrett, Cambridge-London, The MIT Press, 1989).

Alla sequenza, all’albero, alla matrice, la società dell’informazione, che trova nel Web la sua nuova realtà operativa e di supporto, nonché i suoi nuovi fondamenti epistemologici, si sta sostituendo il paradigma della rete, dove gli intrichi e i “sentieri che si biforcano” sembrano essere la nuova “regola”